In primo piano

Navigare negli stretti dei Dardanelli e nel Bosforo Navigare negli stretti dei Dardanelli e nel Bosforo a cura del Comandante Antonio Cherchi A differenza del Canale di Suez, di Corinto e di Panama, dove l’ingegno dell’uomo ha creato importanti...

Continua a leggere

Pianificazione del viaggio transoceanico  Pianificazione del viaggio transoceanico a cura del Comandante Renato Prolovich Le conoscenze tecniche necessarie per comandare oggi una nave oceanica nell’epoca dell’elettronica e della tecnologia...

Continua a leggere

Canale della Manica Il Canale della MANICA   a cura del Comandante Giovanni SANTORO   Ero giovane 3° Ufficiale quando, nel lontano 1958, con la carboniera “Teti” facevo i viaggi tra i porti atlantici degli...

Continua a leggere

Canale di Suez CANALE DI SUEZ   a cura del Professore di Navigazione Bruno GAZZALE Il canale di Suez ha una lunghezza navigabile di Km 193,25, dalla coppia di boe Hm. 195, a Port Said inizio braccio di levante,...

Continua a leggere

Canale di Panama CANALE DI PANAMA   a cura del Comandante Capitano Superiore di Lungo Corso Giuseppe QUARTINI Primo transito ufficiale nel Canale: 15 agosto 1904 lo S. S. “ANCON” da Colon, rada di Cristobal in...

Continua a leggere

  • Prev
  • Next

Appunti di un Lupo di mare

Posted on : 15-09-2012 | By : admin | In : Moderna

4

APPROFONDIMENTI E INTEGRAZIONI AL CAPITOLO II

REGOLAMENTO PER EVITARE GLI ABBORDI IN MARE

Commenti, appunti e ricordi di un Lupo di mare: Comandante CSLC:
 

Mario Devoto

Le manovre. Dei giornalisti della domenica ben pochi sono coloro che possono esprimere una seria ed informata opinione in materia di navigazione; solo questi vanno ascoltati.
Il CPA è di vitale importanza, specialmente in zone di traffico denso e/o congestionato. In questi casi, come si sa, il comandante deve essere sul ponte. Un CPA troppo piccolo può portare a conseguenze gravi, a volte catastrofiche (v. Andrea Doria). Un mio comandante, bravo e stimato, voleva che giorno e notte si passasse ad almeno 1 miglio dalle navi controbordo e ad almeno 2 miglia da quelle raggiunte e/o raggiungenti. Mi capitò una volta, essendo comandante, in navigazione nel Mare del Nord, di eseguire il turn-around di 360° essendo sulla punta settentrionale della Sandettie, e avvertendo preventivamente Dover Traffic Control. Questo è uno dei punti di traffico più congestionati del mondo, incontro di tre direzioni diverse di navigazione, oltre al traffico costiero.
Ed ecco le mie raccomandazioni brevi: in traffico denso, rimanere sempre concentrati, prudenti e tempestivi, registrare sul brogliaccio gli ordini al timoniere e alla macchina, i tempi in cui sono stati dati gli ordini e da chi. Il comandante se va sul ponte dica chiaramente se intende assumere il comando della manovra: l’ufficiale “rilevato” continui la sua guardia ben concentrato e comunichi al comandante le sue osservazioni. A bordo deve esistere il quaderno delle consegne di massima e su questo sia scritto in tutta evidenza l’obbligo per l’Ufficiale di avvertire il Comandante per qualunque dubbio o necessità.
Non si tema il pericolo di brutte figure: in caso di necessità si avverta il comandante e questi o l’ufficiale comandato eseguirà, se c’è necessità, il giro di 360°. Non si usi il VHF, vietato. Può causare il fraintendimento (misunderstanding), ma attenersi solo ai dati certi di navigazione ottica e strumentale.
Stanco morto, sul ponte, chiamai il Comandante. Una volta, ero allora II Ufficiale, in partenza da un porto americano del Golfo del Messico, in uscita dalla canaletta di Brownsville, senza Pilota a bordo, diretti alla sea buoy, nonostante mi lavassi il viso ripetutamente, con acqua fresca, chiamai il comandante sul ponte, dicendogli: per favore venga sul ponte perché sono stanco morto, mi sto addormentando, non sto in piedi (nelle dieci ore antecedenti avevo dato una grossa mano al I Ufficiale in una sfibrante caricazione di merce varia); sono pericoloso per equipaggio e nave. Il comandante salì subito e mi mandò a riposare elogiandomi. Temevo una brutta figura … Dico “prudenza e sicurezza firdt, e tempestività”.
Il servizio mensa per i Comuni. A bordo, un tempo, il servizio mensa era riservato solamente agli Ufficiali e Sottufficiali; vi provvedevano, rispettivamente, il cameriere ed il mozzo. I Comuni (marinai, fuochisti …) dovevano recarsi davanti allo sportello della cucina, ritirare il primo, poi alzarsi da tavola e ritornare in cucina per ritirare il secondo; insomma come si fa con la mensa dei poveri. Una volta trovai a bordo due mozzi. Senza trascurare il lavoro in coperta col nostromo e le pulizie nei “carrugetti” compresi i locali igienici, pensai a un’ora del lavoro del mozzo, intorno alle ore 12. Il primo mozzo continuava a svolgere il servizio mensa per i Sottufficiali, il soprannumerario serviva la mensa ai Comuni che, come gli altri “cristiani”, hanno diritto di sedersi a tavola ed essere serviti. Ricevetti approvazione e complimenti dall’armamento. Seppi che dopo le navi Lollighetti, dove instaurai questo servizio, esso si diffuse via via in tutte altre navi della Marineria.
Ufficiali di macchina e coperta. Ricordo con piacere la Saletta Ufficiali, compresi Comandante e Direttore. Non c’erano svaghi allora su quelle navi. Non volendo fare “ceti”, creavamo gare di domande-risposte su temi letterari, preferibilmente su romanzi storici, macchina contro coperta.
Solo, di fronte ad una scelta. Su altra nave, ad Antwerpen (Anversa); ero comandante. Avevamo navigato nel Mare del Nord e nella Manica, un viaggio impegnativo per le avverse condizioni meteo. All’arrivo andammo subito in banchina. Dovevamo caricare una merce particolare: il cat fed, con la precauzione di mantenerlo ad alta temperatura nelle linee del carico e delle cisterne, pena la solidificazione, col rischio di non poterlo più scaricare. Al termine della caricazione il tempo era ancora peggiorato. Dovevo decidermi: o differire la partenza o imbarcare il Pilota nel Mare del Nord. Optai per la seconda soluzione, senza consultare l’Armatore: mi avrebbe risposto: “Comandante giudichi lei!”. Da Anversa a Dungness un viaggio duro ed impegnativo, con la guardia al completo e io sempre sul ponte. A Land’s End sbarcò il Pilota. Dall’Armatore nessun commento, come previsto.
Tra costa e corrente. Comandante Tullio Martinolich, io Secondo. Provenienti dall’Atlantico, atterriamo su Miami dopo aver passato il North West Provvidence Channel, dirigiamo su Tampa. La rotta passa a 150/200 metri dai Reefs della Florida per evitare la corrente contraria del Golfo. Capitato per caso il comandante sul ponte, feci notare la vicinanza della nave alla costa, pur essendo la nave in rotta. Il buon Martinolich mi rispose “sempre avanti, mai passion” (con accento istriano di Parenzo). Grazie. Alla via così, gli risposi. Da allora usai anch’io quella espressione, quando era il caso.
Nota storica. La prima volta che transitai con il Comandante Martinolich per lo stretto di Gibilterra lo vidi avvicinarsi al fischio e suonare la sirena: 3 fischi lunghi. Precedette la mia domanda: “sono cugino di due Caduti, Medaglie d’oro; Mario e Licio Visintini, Ufficiali militari di Marina e dell’Aeronautica. Licio tentava con altri di forzare con i maiali la rada militare interna di Gibilterra. Fu colpito dal fuoco nemico. Gli inglesi resero gli onori delle armi. Ai corpi di quei valorosi fu data sepoltura al largo di Punta Europa; Licio ed i suoi commilitoni riposano negli abissi di queste acque! E si girò dall’altra parte … Che uomini, quali valori portavano in se. Oggi è tutto cambiato, ma io ricomprai il libro prediletto da mio padre Silvio. Bellissimo, lo lessi da ragazzino, Da Quarto al Volturno di G. C. Abba.
Armatore bordo cantiere. Ero ancora I Ufficiale; fui distaccato nel cantiere Breda-Marghera, delegato Ispettore per seguire una OBO di 50.000 in costruzione, di Lollighetti … che conobbi in quel periodo. L’armatore: mi è stato detto che la nave sarà pronta fra una ventina di giorni. A mio parere non sarà possibile; ma è bene consultare il comandante. Fece due telefonate … e ritornò; riprese il telefono e chiamò Milano: “noleggio la nave che copriva i suoi trasporti contrattuali per un ulteriore viaggio”. Alla fine ebbi ragione io. Ho imparato questo dalla vita sul mare: fiducia nelle proprie capacità, prudenza, tempestività.

Commenti (4)

Sono il figlio del Cap Mario Devoto. Purtroppo mio papa' e' mancato il 1 ottobre scorso. Volevo solo comunicarvi quanto mi abbia fatto piacere leggere i suoi scritti…. E' come riaverlo qui a fianco per un breve fugace attimo. Ne sarebbe stato orgoglioso. Grazie
Thomas Devoto

Per un istante sono ritornato nel mio mondo, tra quelle persone e quelle abitudini racchiuse tra il 1948 ed il 1992. Mi spiace che il collega M. Devoto sia scomparso. Avrei molto apprezzato uno scambio di idee e di ricordi.
Con stima ed affetto al figlio Thomas

Armando Zunino SS

Conobbi Mario nel 1954 al Nautico di Camogli.
C’incontrammo a Genova dopo pochi anni ed era già I Ufficiale.
Lo rividi ad Ancona, anni ’80. “Caro Comandante Devoto” che ci fai qui?
“Sto seguendo, come ispettore, i grandi lavori di una nuova mineraliera”.
Gli risposi:”Complimenti caro Comandante e Ispettore!” . “Sei contento di questo lavoro?” .
Mi rispose : “Certamente, soprattutto perchè a fine settimana posso raggiungere la mia famiglia.
I tuoi scritti, Caro Mario, rimarranno nelle pubblicazioni di “Quaderni Marinari” perché
testimoniano agli studenti ed ai giovani Ufficiali l’impegno, i sacrifici e l’altruismo per percorrere una strada ricca anche di grandi soddisfazioni professionali, come hai saputo fare tu.
Un caro saluto ai Signori Devoto. Aldo Nicoli

Ho conosciuto il compianto comandante Mario Devoto sulle navi della Soc. Almare di navigazione S.p.a.Ero 2°Uff.le di coperta eraun grande e comprensivo com.te, di pura professionalita e sempre pronto ad aiutare chiunque. Per puro caso navigando sul web sono incappato in questa pagina . Sono profondamente dispiaciuto per la perdita del suo caro papa’.tanti saluti da un ex uff.le che ha conosciuto una gran persona.

Lascia un commento

CAPTCHA
*